L’ alfabeto dei Ministranti

A:  Amore: Ogni gesto che fai all’ altare fallo con cura, l’ attenzione e la delicatezza  con cui daresti una carezza ad un bambino. Quel bimbo è Gesù che viene nel pane e nel vino.

B: Ballare: Agitarsi non è ballare, per ballare bene bisogna andare a tempo di musica. Anche all’ altare agitarsi non basta, bisogna seguire il ritmo che è la liturgia. Fare tutto con calma e non fare nulla se non si è sicuri.

C: Coraggio: Non avere paura di quello che gli altri pensano di te, se sbaglierai o farai figuracce. Gioisci piuttosto del fatto che Gesù, un giorno, ti dirà grazie di essergli stato così vicino e di averlo aiutato ad incontrare tante persone.

D: Distrazioni: All’ altare si apre la porta del cielo sulla terra, basta una piccola distrazione per rovinare tutto. Non distrarti, per non distrarre.

E: Esserci: La tua presenza è importante, più ancora di quello che non sai fare. Gesù ti aspetta, il sacerdote ti aspetta, i tuoi amici ti aspettano. Non è lo stesso venire una volta di più o una volta di meno.

F: Fiducia:  I carcerati hanno bisogno di continui controlli, tu no. Se hai la fiducia del tuo don, non tradirla. Ogni chiacchiera o parola inutile, risate o peggio ancora sono un tradimento. Ogni cosa ha il suo momento.

G: Guardare:  Gli apostoli hanno visto ed hanno creduto in Gesù. Per imparare a fare bene guarda i più grandi ed i più esperti, per incontrare Gesù guarda e ascolta il tuo don e coloro che ti fanno crescere nella fede. Ricorda che all’ altare la gente guarda anche te e così come ti comporti pregherà meglio o peggio.

I: Incarichi: Sono tutti importanti, tutti utili, tutti belli perché ciò che conta è poter aiutare Gesù ad incontrare la comunità. Non ti capiti  di cascare i n un'altra “I”, L’ INVIDIA. Un cuore invidioso Gesù non lo merita accanto a se.

L: Liturgia:  È l’ indirizzo di Dio. Quando la chiesa prega riunita, Lui è sempre presente. Perderesti l’ occasione di incontrare il tuo migliore amico? No? Neppure io, ti aspetto dunque là dove c’ è una liturgia.


M: Mani: Quando non le usi per servire, e non sai dove metterle , il posto migliore è una nell’ altra , in preghiera. Così ricordi a te stesso ed a chi ti vede che quello che si fa è incontrare Gesù.


N. No: Il vero ministrante sa che non deve cedere alle tentazioni:
di parlare, di distrarsi e di distrarre. Così ha fatto Gesù che non è sceso dalla croce, anche se è un posto parecchio scomodo.


O: Ordine: Piano, piano cerca di imparare  qual è l’ ordine  l’ ordine di quello che accade a messa o nelle altre liturgie. Così non ti preoccuperai  più di quello che bisogna fare e potrai rivolgere di più il tuo cuore a Gesù.


P: Precisioni:  Ci si arrabbia quando sulla torta di compleanno c’ è una candelina di meno.  Non è lo stesso fare le cose così come vengono o bene. Basta una sola nota fuori posto che tutta la musica è rovinata.


Q: Quasi: Non esiste il chierichetto perfetto. Esiste solo il chierichetto che ci mette tutto per diventarlo. Pensando sempre così non ti sentirai superbo credendoti chissà chi  né ti sentirai un buono a nulla. Siamo tutti in corsa verso la perfezione, tutti quasi santi.


R: Riflessione:  Gesù ti ha donato l’ intelligenza: perché tu la usassi. Non fare mai o dire mai nulla senza averci pensato prima. La riflessione, però, è come una gamba. Da sola non basta, non si usa da sola. Per correre è sempre necessaria l’ altra gamba che è l’ amore.


S: Silenzio: Si prega con le parole, ma si prega anche con il silenzio. Non è un momento di vuoto, di pausa, di nulla. È il momento in cui Gesù parla al nostro cuore. Glielo permetti? Lo ascolterai?

T: Tabernacolo:  È il luogo dove Gesù è presente con tutto se stesso.

Non è  vero ministrante uno che,  entrando e uscendo da  una chiesa , non lo cerchi con lo sguardo e non dica: “ Ciao, ti voglio bene!” a Gesù.

U: Ubbidienza:  Diventa santon chi sa obbedire, comanderà con giustizia chi sa obbedire. Andrà  in Paradiso chi avrà obbedito a Dio Padre. L’ obbedienza si impara anche dalle piccole cose che succedono all’ altare.

V: Volontà: Un buon chierichetto, non dice mai: “ non ci riesco” o “non sono capace”.  Dice: “da solo non ci riesco, se mi insegni imparerò. Con la buona volontà, l’ aiuto di chi è più grande ed esperto e di Gesù si può fare tutto il bene che siamo chiamati a fare.

X: Per: Tutto quello che facciamo è PER Gesù, PER la comunità, PER coloro a cui vogliamo bene, Per coloro che ci stanno antipatici.

Tutto ciò che  è fatto PER, Dio Padre ce lo ridonerà….. moltiplicato per il Suo amore infinito.

Z: Zzzz:  Dormire. Se sei accanto a Gesù, se lavori per Lui, se sei chiamato da Lui ad aiutare gli altri , a pregare, pensi di poter dormire all’ altare? No, vero? Il chierichetto è uno sveglio.